Dignità dell'archeologia
  un aiuto ai Siriani in difficoltà

     La nostra missione è stata attiva in Mozan per 26 anni. Ogni anno abbiamo vissuto sul tell, condividendo il nostro lavoro di archeologi, il nostro studio e la nostra vita quotidiana con gli operai e collaboratori locali. Inevitabilmente, legami personali si sono intrecciati a quelli lavorativi, dando così vita a relazioni basate sul rispetto e sulla fiducia reciproca: questo è proprio ciò che ci ha permesso di mantenere viva e attiva la nostra missione archeologica anche a distanza, nonostante la nostra assenza fisica dal sito.

     Per questo motivo non possiamo ignorare le difficoltà incontrate oggi da coloro che ci hanno accolto nella loro quotidianità per così tanti anni.

     Tra i messaggi che scambiamo con i nostri collaboratori locali a volte compaiono notizie inaspettate: durante le ultime piogge torrenziali, ad esempio, uno dei nostri collaboratori di più lunga data ha perso la sua casa. Costruita nel modo tradizionale, con argilla e paglia, è stata letteralmente lavata via dall'acqua mentre lui si trovava all'interno con la sua famiglia: per mettersi in salvo sono dovuti fuggire da una finestra, ma hanno perso tutto quello che avevano. Quello stesso giorno, però, il nostro collega si è recato sul sito con gli altri, per verificare che le antiche strutture non avessero subito danni, e ha lavorato sodo per coprire le pietre della scala e chiudere le tende che proteggono le antiche mura del Palazzo. Noi siamo venuti a sapere ciò che gli era capitato per puro caso: nella sua relazione, inviataci poco dopo l'evento, ci ha descritto in dettaglio lo stato di salute del Palazzo di Tupkish, ma non ha minimamente menzionato la sua casa!


Immagini della casa del nostro collaboratore, distrutta dalla tempesta


      Un altro dei nostri collaboratori, con noi fin dal primo anno a Tell Mozan, ha perso tutti i suoi campi a causa di un incendio che ha distrutto il raccolto e la terra. Molti incendi hanno devastato l'intera regione intorno a Urkesh e hanno messo in ginocchio l'economia locale (si vedano le foto qui sotto), un'economia fortemente rurale che era già stata messa alla prova dalla guerra. Ma anche lui non ha mai smesso di lavorare per il nostro progetto, nemmeno per un giorno.

     Un terzo uomo, dal villaggio di Terqa, uno dei nostri operai per molti anni, ci ha contattati per descrivere la sua situazione: in difficoltà a causa degli otto anni di guerra, senza stipendio e senza lavoro, ha anche sofferto molto duramente per mano dell'ISIS.

     Da parte nostra, non possiamo non ammirare la dignità e il profondo orgoglio del popolo siriano: nonostante le difficoltà che incontrano ogni giorno, questi uomini non ci fanno mai mancare il loro impegno e la loro lealtà. Anche dopo aver perso tutto quello che avevano, hanno messo al primo posto Tell Mozan e la nostra collaborazione.
Ad AVASA non possiamo fare a meno di provare una profonda stima per questi nostri colleghi: per questo motivo abbiamo deciso di aiutarli, dando loro un sostegno finanziario straordinario, per aiutarli a superare le difficoltà attuali e guardare al futuro con ottimismo.